Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: a

Numero di risultati: 130 in 3 pagine

  • Pagina 1 di 3

L'Europa delle capitali

257671
Argan, Giulio 50 occorrenze

L'Europa delle capitali

l'immagine non è più condizionata all'equilibrio, alla compensazione simmetrica della natura, non è più soggetta a limiti, se non a quello della

Pagina 100

L'Europa delle capitali

non appartiene alla natura “razionale” bensì alla natura “mista” dell'uomo: implica un momento conoscitivo in cui il soggetto si pone davanti a una

Pagina 101

L'Europa delle capitali

Solo entro quest'ambito le posizioni divergono. Il Caravaggio si limita bensì a presentare il fatto come accadimento improvviso, senza ricostruirne

Pagina 101

L'Europa delle capitali

Nel Seicento, però, oltre a riformare l’iconografia tradizionale aprendo la via all’immaginazione, la Chiesa impegnata in un’azione piuttosto di

Pagina 111

L'Europa delle capitali

uno strumento della pratica devota e un “ genere " della figurazione storico-religiosa; è sempre collegata a una speciale pratica di devozione

Pagina 111

L'Europa delle capitali

Il Concilio di Trento si era limitato a minacciare anatemi contro i nudi “lascivi” e a prescrivere i compiti del pittore come strumento della Chiesa

Pagina 111

L'Europa delle capitali

pochissimi artisti arrivano a superare il contrasto tra vita moderna e storia antica, e a inquadrare la loro opera in una storia “moderna”. Sono gli stessi che

Pagina 119

L'Europa delle capitali

L’idea di moderno (a cui allude anche il Bellori nel titolo delle Vite) implica una nuova attitudine nei confronti della storia. Essa è bensì la sola

Pagina 119

L'Europa delle capitali

tedeschi, fino a Dùrer; Velázquez con Caravaggio, El Greco, Rubens, i veneti, i bolognesi del Seicento e perfino con gli antichi, che studia criticamente

Pagina 120

L'Europa delle capitali

La rettorica, come discorso persuasivo, non è necessariamente legata a un testo letterario né alla traducibilità in termini letterari del contesto

Pagina 124

L'Europa delle capitali

appartengono piuttosto alla strada o alla piazza che all’edificio di cui fanno parte. Il Borromini arriverà fino a concepire facciate spostate rispetto all

Pagina 125

L'Europa delle capitali

, obbligatoriamente, all'incrocio del transetto e alla centralità dello schema planimetrico: collegata a chiese a pianta centrale, ha, visivamente, la

Pagina 126

L'Europa delle capitali

: lo spazio architettonico tende sempre a porsi come limite dello spazio reale e apertura dello spazio immaginario. Il primo a tentare questa via è

Pagina 128

L'Europa delle capitali

finalistico esoterico del fare umano, la tecnica deve essere “creativa”, cioè proporsi di seguitare nella società la creazione a cui Dio ha dato principio e

Pagina 138

L'Europa delle capitali

carni, la lucentezza dei tessuti; si dilata fino ai limiti estremi un’area fenomenica fino a quel momento ristretta a pochi tipi “classici”, si arriva a

Pagina 142

L'Europa delle capitali

rivolta contro la proposta tecnica e sociale della Controriforma, cioè contro quell’arte barocca che in ultima analisi mirava a dar vita a una

Pagina 143

L'Europa delle capitali

cultura artistica del Seicento europeo: a cominciare dalla diffusione in Francia, in Spagna, nei Paesi Bassi del caravaggismo, come corrente che, mutando il

Pagina 156

L'Europa delle capitali

spazio non è precostruito né come struttura né come ritmo: bastano, a definirlo, le verticali delle lance e le lunghe strisce orizzontali delle nubi

Pagina 159

L'Europa delle capitali

La separazione tra arte di storia e arte di genere, come viene posta dai teorici del Seicento, corrisponde a quella tra arte d’immaginazione e arte

Pagina 160

L'Europa delle capitali

’alternativa dei vuoti e dei pieni, nel contrasto di luce e di ombra tutta la casistica dello spazio, e dominano l’ambiente riducendolo, praticamente, a

Pagina 162

L'Europa delle capitali

Anche su questa esperienza empirica si costruisce, ovviamente, uno spazio, una dimensione dell'esistenza; ma non sarà più una struttura data a priori

Pagina 163

L'Europa delle capitali

, analizzava, interpretava, giudicava, mentre il colore si limita a manifestare, a portare tutto a una evidenza clamorosa. La ritrattistica di Hals può parere

Pagina 166

L'Europa delle capitali

appartiene ormai allo stesso rango sociale dei suoi modelli, li tratta da pari a pari. Gli sono talmente famigliari che, per riconoscerli, non ha

Pagina 166

L'Europa delle capitali

L’interesse sociale che domina il secolo, la rinuncia a identificare Dio nella natura e a dedurre da essa i principi della vita intellettiva e morale

Pagina 176

L'Europa delle capitali

Alla radice della tradizione del paesaggio “ispirato'è Adam Elsheimer che, a Roma dal 16o6, influisce sul Saraceni, sul Rubens, sul Tassi e

Pagina 178

L'Europa delle capitali

, l'opera dei due francesi “cartesiani” a Roma segna il grande congedo dalla natura e dalla storia. Il classicismo non è più una concezione del mondo, ma un

Pagina 179

L'Europa delle capitali

La corrente dei Bamboccianti a Roma, che si forma intorno a Pieter van Laer, non ha certamente l'importanza sociale che si è voluto attribuirle; ma

Pagina 192

L'Europa delle capitali

Quanto alla socialità bassa dei pittori olandesi di costume, da Teniers a van Ostade e Brouvver, non v'e ragione di giudicarla più autentica della

Pagina 193

L'Europa delle capitali

proprio in questa trasformazione delle cose in rappresentazioni, nella capacità di prepararle a essere oggetti e strumenti dell’attività della mente. L

Pagina 201

L'Europa delle capitali

, interviene la componente del sentimento; ma, a volerla analizzare, non si potrebbe altrimenti definirla che come intenzionalità e, poiché questa trapassa

Pagina 202

L'Europa delle capitali

o a priori; il mondo è bensì, e non potrebbe non essere, l'oggetto del pensiero umano, ma poiché non abbiamo alcuna notizia della sua struttura e

Pagina 35

L'Europa delle capitali

legge divina a priori ma la struttura della mente umana che li percepisce e coordina. Ciascun fenomeno si presenta ora come un fatto a sé, limitato

Pagina 35

L'Europa delle capitali

Per intendere la portata di questa trasformazione è necessario risalire alla fine del secolo XV quando la Chiesa romana riesce a comporre gli scismi

Pagina 39

L'Europa delle capitali

pregiudizio dommatico. E la conoscenza della natura può servire a vivere nel mondo, non a salvare l'anima. Per Giorgione la natura è una realtà di fatto, ma

Pagina 40

L'Europa delle capitali

dimostrativa, la forma cessa di essere forma, che sarebbe pur sempre forma del mondo, e cioè non serve più a formare l'esperienza e sopravvive a se

Pagina 41

L'Europa delle capitali

riafferma il valore ideale e la necessità pratica della dimostrazione visiva, a scopo di edificazione e di esempio, dei fatti della propria storia. Riafferma

Pagina 45

L'Europa delle capitali

La dimostrazione di una verità è uguale per tutti, i modi di comportamento sono molti e bisogna farli convergere a un solo fine. La Chiesa, ora, è

Pagina 47

L'Europa delle capitali

borghesia ricca, e attraverso le riproduzioni a stampa, l’opera d'arte raggiunge anche i ceti minori. Il sistema della commissione diretta dell’opera si avvia

Pagina 50

L'Europa delle capitali

esempi di “storia” (basti pensare a Rubens e a Rembrandt), e non di rado vediamo gli stessi artisti impegnati nelle due ricerche, che rientrano, per

Pagina 50

L'Europa delle capitali

La Rettorica non tratta alcuna materia specifica, è solo il modo di trovare, ordinare ed esporre “le cose che sono atte a persuadere in qualunque

Pagina 55

L'Europa delle capitali

figurativo. Si passa da lontani riferimenti storici a visioni di gloria celeste, dalla cruda descrizione di un fatto alla vaga promessa di una futura

Pagina 56

L'Europa delle capitali

città europea a cui si cerca di dare struttura e figura di capitale. Aveva un passato storico eccezionalmente importante; ma le rovine della città

Pagina 60

L'Europa delle capitali

per masse e volumi plastici. Così la facciata non è più misurata in rapporto al volume plastico dell’edificio a cui appartiene; è una superficie che

Pagina 61

L'Europa delle capitali

tappa sulla via di Roma"; ed è chiaro che il Wren, con quel suo giudizio, non si riferiva tanto alla grande architettura monumentale, che a Roma

Pagina 62

L'Europa delle capitali

La chiamata del Bernini a Parigi per studiare il progetto del Louvre dimostra che Luigi XIV voleva dare alla propria residenza un valore di

Pagina 74

L'Europa delle capitali

sue direttive rivolte a un decoro non disgiunto dall’utilità. Perciò la “immaginativa", che era la massima qualità dell'artista secondo il teorico

Pagina 75

L'Europa delle capitali

Per vedere come il “monumentale” tenda a rompere ogni limite di categoria e l'immaginazione a farsi modo di vita basta confrontare la decorazione

Pagina 91

L'Europa delle capitali

resto non viene più considerata il modo di costruire ma solo di raffigurare lo spazio. A Bologna sorge perfino una scuola di pittori di prospettive, i

Pagina 95

L'Europa delle capitali

cose. Secondo quelle nozioni un edificio e un baldacchino appartengono a due ordini di grandezze diverse: impiccolendo un edificio si provoca nella

Pagina 97

L'Europa delle capitali

prospettiva non serve più a indicare la posizione di un osservatore immobile e contemplante, ma a suggerire i suoi movimenti fisici o ottici attraverso la

Pagina 98

Cerca

Modifica ricerca